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Guglielmo
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Architettura
Rendering
“Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate… Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito.”
Josè Saramago
CONTENITORE E SIMBOLO
Il container è un viaggiatore, è un testimone, è un ambasciatore, è un messaggero.
Ciascun container ha la sua storia e il suo carico di esperienze, fatto di visioni e suggestioni di un mondo in continuo mutamento.
Ha viaggiato per migliaia di chilometri in condizioni ambientali proibitive, è approdato in mondi e culture sconosciute, ha parlato idiomi incomprensibili, ha portato imponenti carichi di prodotti da terre lontane.
Questa la sua individualità, questa la sua essenza.
Ogni container, attraverso il ruolo fondamentale che ricopre, di trasportatore e protettore delle merci, è anche membro di una collettività, di cui è il fedele servitore. E’ un prodotto e uno strumento economico della società.
L’ individualità e la collettività, il modo in cui esse si rapportano, costituiscono il tema portante del progetto. Tale tema viene espresso sia attraverso le scelte progettuali della struttura, sia nei rapporti che essa stabilisce con il contesto portuale.
E così il container diventa parte costituente di un simbolo.
Il simbolo di una collettività.
Quattro container diventano i quattro rettangoli bianchi che disegnano una bandiera.
Otto container realizzano la tridimensionalità, e permettono la visibilità dal mare, dal cielo e dalla terra.
La bandiera è quella di Genova, il porto dove è nato il sistema mercantile occidentale.
La sua flotta era tanto potente che dal 1190 il re inglese iniziò a pagare un tributo regolare al doge per poter issare sulle sue navi la Croce di San Giorgio, garanzia di protezione in tutto il Mediterraneo.
COMPOSIZIONE E LOGICA STRUTTURALE
L’opera è stata progettata all’insegna della semplicità di realizzazione e di lettura.
I container bianchi sono sostenuti da una struttura metallica rivestita in lamiera rossa, che ha funzione portante. Sono tutti lievemente disallineati, disposti secondo un’ angolatura speculare sugli assi mediani della croce. Si percepisce un movimento che suggerisce lo sventolare di una bandiera e il moto continuo dei container. Non è una struttura statica, così come non sono statici i simboli a cui si ispira.
Un container in particolare è sollevato verso l’alto, verso l’ uscita del porto, verso il mare: è in partenza.
I quattro container posti verso la città a nord sono rivestiti di vetro acidato del tipo Okalux, opaco ma non coprente, traslucido, che permette l’ illuminazione delle superfici dall'interno e la visibilità notturna della struttura dalla città e dal porto. Verso il mare, a sud,le paratie dei container sono sostituite da vetri trasparenti che offrono la vista dall’interno della struttura verso l’ uscita del porto.
L’ uso dei materiali e i rapporti visivi che ne derivano realizzano un simbolismo tra l’ opera e Genova; chiusa su se stessa ma aperta verso il mare, il mondo, l’ esterno.
COLLOCAZIONE URBANA : TRA PORTO E CITTA'
La collocazione suggerita è situata in cima al molo dei Magazzini del Cotone, su una chiatta.
La chiatta crea uno spazio sospeso tra gli elementi, il mare, il cielo e la terra, e contemporaneamente un collegamento verticale tra essi. L’ uso di una chiatta inoltre costituisce un elemento di continuità all’interno del porto di Genova (molo De Andrè, Banano Tsunami, Urban Lab, Rosa dei Venti,etc...) e il suo funzionamento è stato confermato dagli utilizzi precedenti. La leggera ondulazione a cui è soggetta creerebbe all’interno la sensazione di trovarsi in navigazione, come avviene per i container.
Essendo la chiatta mobile, il posizionamento scelto non è vincolante.
La scelta di collocare la chiatta in cima al molo dei Magazzini del Cotone è stata determinata dal fatto che lì si troverebbe all’incrocio di due direttrici:
- il primo asse collega i simboli della città. Da palazzo San Giorgio, attraversa il Bigo, i Magazzini del Cotone, la chiatta, il deposito container, per raggiungere la Lanterna. (Il deposito container si troverebbe di rimpetto alla chiatta e, così come la Lanterna, sarebbe visibile dall’interno della struttura, attraverso le vetrate).
-
il secondo asse attraversa il porto, dal Terminal traghetti all’imboccatura del mare, lungo la rotta che tracciano le navi in partenza e in arrivo. La rotta che rappresenta l’ attività di import- export.
Il progetto diviene un nodo tra realtà in continuo movimento.
Questa collocazione renderebbe la Croce di San Giorgio visibile dalle alture della città, dall’intero arco del porto, dalle navi in transito, e persino dal cielo dagli aerei in atterraggio. Dalla chiatta, la bandiera illuminata di notte si specchierebbe in mare, nel quale quei container si sono specchiati tante volte, in viaggio.
Lo strumento, che è stato utilizzato dal commercio navale, diviene elemento costituente del simbolo di Genova.
Nel centro del porto, la Croce di San Giorgio saluta la città e il mare
AMBIENTE INTERNO
All'interno dell'involucro si apre uno spazio bianco, luminoso, con vetrate che si affacciano sul mare in prossimità dell'ingresso del porto.
L’ acqua e il cielo penetrano all’interno, il contatto con essi è vivido nonostante ci si trovi in un ambiente protetto.
Due piani open-space collegati da una scala interna possono ospitare diverse attività:
- espositive, tramite la realizzazione di una sorta di “museo del container”, con il racconto attraverso fotografie, carte e modelli del viaggio che essi compiono.
- divulgative nel piccolo auditorium /sala videoproiezioni vetrato, ricavato all’interno del container inclinato
- ricettive e commerciali, inserendo un bar e un insieme di servizi per il pubblico. La vicinanza con l' Arena del Mare ne farebbe un punto di appoggio, assente in zona, per gli spettacoli che spesso vengono lì rappresentati, oltre a costituire uno sfondo scenografico nello skyline del porto.
L’ utilizzo dell’opera è solo suggerito, l’ intento principale è creare uno spazio polifunzionale, aperto quindi anche ad eventuali sponsorizzazioni.